Laurea Magistrale in DIAGNOSTICA DEI BENI CULTURALI

Corso di studi
DIAGNOSTICA DEI BENI CULTURALI
Corso di studi in inglese
DIAGNOSTICS OF CULTURAL HERITAGE
Titolo
Laurea Magistrale
Classe MIUR
Classe delle lauree magistrali in Scienze per la conservazione dei beni culturali - LM-11 (DM270)
Durata
2 anni
Crediti
120
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI BENI CULTURALI
Sito web del corso
https://www.letterelinguebbcc.unisalento.it/home_page
Lingua
ITALIANO
Sede
Lecce - Università degli Studi
Anno accademico
2017/2018
Tipo di accesso
Corso ad accesso libero
Profili professionali formati
2.5.4.5.3 - Curatori e conservatori di musei
Informazioni aggiuntive

Il piano di studi si riferisce agli immatricolati nell'anno accademico 2017/2018.

Descrizione del corso

Il laureato in Diagnostica dei Beni Culturali possiede:

- Spiccate capacità gestionali delle risorse umane e strumentali a sua disposizione. E' in grado di dirigere gruppi di lavoro e pianificare interventi di diagnostica coordinando gruppi multidisciplinari.

- Notevoli abilità comunicative e relazionali nei confronti di altri attori o professionalità coinvolte nell'intervento di restauro

- Capacità di comunicare preferenzialmente in inglese ed eventualmente anche in una seconda lingua della comunità europea, oltre l'italiano. La possibilità di interagire con studenti o ricercatori stranieri ospiti delle strutture di ricerca dell'Università del Salento facilita l'apprendimento e le capacità comunicative in lingua straniera.

- Spiccate capacità di lavorare in gruppi multidisciplinari coniugando adeguatamente i saperi scientifici e umanistici

- Spiccate capacità di sintesi e di analisi

Il laureato in Diagnostica dei Beni Culturali è in grado di:

- Applicare varie tecniche fisiche e chimiche per la determinazione delle proprietà dei materiali. Le tecniche di indagine acquisite durante il percorso formativo comprendono la microscopia elettronica in trasmissione e a scansione, la microanalisi a raggi X, le tecniche PIXE, PIGE, RBS, Raman, FTIR. L'apprendimento è basato su lezioni in aula ed esperienze in laboratori di ricerca dell'Università del Salento o in laboratori di strutture esterne con essa convenzionata.

- Applicare la conoscenza teorica acquisita nel corso degli studi a situazioni pratiche con notevole competenza. Questo è garantito dall'affiancamento degli studenti a gruppi di ricerca multidisciplinari coordinati dagli stessi docenti del corso di laurea.

- Partecipare a indagini diagnostiche per accertare lo stato di degrado dei materiali. Per indagini all'esterno o su opere non facilmente trasportabili in laboratorio sfrutterà le competenze sulle tecniche di analisi portatili, quali la fluorescenza X o la spettrometria Raman. Per le applicazioni alla storia dell'Arte le tecniche utilizzate riguarderanno la fluorescenza UV, la radiografia X o gamma, e la fluorescenza X.

- Lavorare in team specialistici multidisciplinari per la pianificazione di campagne di misure comprendenti analisi chimiche, fisiche, geologiche, preliminari alla progettazione di interventi di conservazione e restauro

- Elaborare le informazioni diagnostiche utilizzando sistemi informatici e statistici.

- Fornire indicazioni specialistiche sulla gestione dei beni culturali, sulla loro valorizzazione per lo sviluppo del territorio

- Progettare interventi per contrastare gli effetti di degrado di una vasta gamma di materiali di interesse dei beni culturali tra cui i beni mobili, artistici, territoriali, architettonici, archivistici, archeologici, ambientali. La progettazione puo' essere effettuata in collaborazione con team multidiscplinari in cui le competenze dell'esperto scientifico si integrano con quelle dello storico dell'arte, dell'ingegnere, del fisico o del chimico. La valutazione del grado di apprendimento è effettuata mediante colloqui basati sulla discussione di elaborati riguardanti argomenti specifici
Il laureato in Diagnostica dei Beni Culturali è in grado di:

- Interpretare con competenza i dati scientifici raccolti in seguito alle osservazioni e alle indagini sui materiali.

- Effettuare indagini di laboratorio utilizzando tecniche chimico-fisiche sia convenzionali che avanzate, sia con strumentazione portatile in situ sia con strumentazione complessa di laboratorio e di valutarne i risultati

- Fornire soluzioni ad un problema specifico sulla base dei risultati derivanti dalle indagini scientifiche ottenute utilizzando anche tecniche indipendenti e complementari.

- Interagire con colleghi di discipline diverse (storici, archeologi,restauratori, fisici, chimici, geologi, ingegneri) e di adattarsi ad ambiti di lavoro e tematiche varie, vagliando e valutando adeguatamente le fonti delle informazioni

La valutazione del grado di apprendimento raggiunto è basata su esami sia scritti che orali,valutazione e discussione delle relazioni scritte, presentazioni pubbliche su argomenti concordati con il docente.


Le azioni di orientamento in ingresso sono rivolte sia agli studenti dell'Ateno Salentino che a Laureati in altri Atenei ed interessati all'iscrizione al corso. L'orientamento viene organizzato sia nell'ambito della attività di orientamento gestite a livello di ateneo dal CORT che con azioni mirate organizzate dal Consiglio Didattico del Corso di Diagnostica dei Beni Culturali. Tali azioni, già intraprese, consistono, prevalentemente, nella divulgazione del corso in Convegni, Seminari organizzati nel territorio su tematiche affini alla Diagnostica dei Beni Culturali. Tale divulgazione avviene mediante una presentazione multimediale i cui contenuti sono stati condivisi dai diversi docenti e sono rappresentativi delle diverse aree disciplinari. E' stata inoltre intraprese un'azione di divulgazione del corso attraverso i social media mediante la creazione di una pagina del Corso gestita dal Presidente del Consiglio Didattico e che mostra un numero crescente di iscritti. Una prima valutazione qualitativa dei contatti della pagina mostra come ci sia un interesse non solo da parte degli studenti già iscritti ma anche da parte di potenziali futuri studenti e operatori del settore (restauratori, società di diagnostica).
Dopo una prima fase iniziale di "rodaggio" la pagina facebook mostra notevoli potenzialità per la divulgazione delle attività connesse al corso e dell'offerta formativa. La condivisione dei contenuti su pagine di gruppi di discussione, di aziende, associazioni (sia del territorio che studentesche) e riviste del settore è risultata particolarmente efficace.
Occasioni istituzionali quali ad esempio la "Settimana della Cultura Scientifica" sono state inoltre utilizzate per divulgare l'offerta formativa ad un numero elevato di studenti di scuola superiore.
Il consiglio didattico ha costitutio un team di orientamento in itinere al fine di aiutare gli studenti nel loro percorso di studi, attraverso una serie di indicazioni e di informazioni, di occasioni di confronto costruttivo con il mondo del lavoro che prevedono stages di formazione, visite, corsi di specializzazione.
Anche l'attività seminariale viene costantemente divulgata attraverso una mailing list dedicata ovvero attraverso la pagina Facebook. Inontri peridici vengono inoltre organizzati tra il Presidente del Consiglio didattico e gli studenti, anche al di fuori degli incontri istituzionali.
Il corso di laurea magistrale in Diagnostica dei Beni Culturali è di nuova attivazione e, pertanto, il dato non è rilevabile per assenza del campione di laureati da intervistare
Il laureato in Diagnostica dei Beni Culturali:

- ha sviluppato notevoli capacità di apprendimento e conoscenze specialistiche multidisciplinari che gli consentiranno di intraprendere studi futuri autonomamente

- ha acquisito un buon metodo di studio e capacità raggiungere gli obiettivi sia lavorando in gruppo che autonomamente

- ha capacità professionali per lavorare autonomamente e per perfezionare ulteriormente la sua formazione professionale. La verifica di tali capacità di apprendimento è effettuata durante il corso degli studi mediante prove scritte, orali e pratiche valutate da apposite commissioni di esame su argomenti assegnati individualmente.
A partire dall'Anno Accademico 2002/03, l'Università del Salento ha attivato un percorso per la formazione di diagnosti-conservatori dei beni culturali atto a soddisfare le necessità di una adeguata e univoca formazione di figure professionali ad elevata qualificazione a livello nazionale secondo quanto enunciato nel “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (D.Lgs 42/2004) e nelle successive modifiche (D.Lgs. 156/2006), e recependo le indicazioni elaborate a livello nazionale e internazionale attraverso numerosi documenti tra cui quello espresso dall'Associazione ENCoRE, 2001 “Clarification of Conservation/Restoration Education at University Level or recognised equivalent”. Nelle more del perfezionamento del quadro normativo e, in particolare, dell'emanazione dei decreti di attuazione dell'art. 29 del citato D.Lgs. 42/2004, il percorso è stato articolato attraverso un Corso di Laurea (triennale) nell'ambito della classe 41 (laurea in Tecnologia per la Conservazione e il Restauro di Beni Culturali), seguito dal biennio per il conseguimento della Laurea Magistrale nella classe LM-11 (Conservazione e Restauro dei Beni Culturali), che viene attivato dall'a.a. 2009/10. Il Corso di Laurea Triennale, a decorrere dall'a.a. 2010/11, viene trasformato, ai sensi del DM 270/04, in corso di laurea classe L-43 (Tecnologie per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali). In seguito alla pubblicazione in G.U. 139 del 17 giugno 2011 del D.M. del 2 marzo 2011, con la definizione dei criteri di attivazione del corso di laurea della classe LMR/02 l'Università del Salento decide di avviare l'iter per l'attivazione del corso di Laurea Quinquennale abilitante nella classe LMR/02 e contestualmente disattivare in ossequio alle disposizioni ministeriali i corsi della classe L-43 e LM11.
Con l'approvazione, il 25 giugno 2014, della “Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professionisti dei beni culturali, e istituzione di elenchi nazionali dei suddetti professionisti», e quindi il riconoscimento della figura dell'esperto in diagnostica dei beni culturali, l'Università del Salento, tenuto conto delle istanze provenienti dal tessuto sociale salentino e pugliese, nell'interesse di valorizzare le proprie strutture rendendole poli di eccellenza capaci di catalizzare lo sviluppo del territorio ha deciso di attivare un corso di laurea in Diagnostica dei Beni Culturali nella classe LM11.
Con l'approvazione, il 25 giugno 2014, della “Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professionisti dei beni culturali, e istituzione di elenchi nazionali dei suddetti professionisti», e quindi il riconoscimento della figura dell'esperto in diagnostica dei beni culturali, l'Università del Salento, tenuto conto delle istanze provenienti dal tessuto sociale salentino e pugliese, nell'interesse di valorizzare le proprie strutture rendendole poli di eccellenza capaci di catalizzare lo sviluppo del territorio ha deciso di attivare un corso di laurea in Diagnostica dei Beni Culturali nella classe LM11. Il corso di laurea è stato progettato tenendo in considerazione l'evoluzione normativa che nell'ultimo decennio ha interessato tutte le figure professionali operanti nel campo del patrimonio culturale e soprattutto quelle degli esperti in diagnostica, considerando le linee guida che il MIBACT ha tracciato per la definizione ed attivazione degli albi professionali.
Obiettivo specifico del Corso di Laurea Magistrale in Diagnostica dei Beni Culturali è quello di formare il "Conservation scientist" che, ad una solida base di conoscenza delle discipline tecniche e scientifiche unisca ulteriori conoscenze di base di tipo storico-artistico ed archeologico che gli consentano di partecipare alla fase di progettazione, implementazione e monitoraggio?di un processo di diagnostica, conservazione e restauro dei beni culturali secondo le proprie specialistiche competenze acquisite in materia di caratterizzazione delle proprietà, costituzione materica, degrado, tecniche di produzione antica dei beni culturali e sviluppo di nuovi materiali e metodi d'intervento e di diagnosi. Tale preparazione consentirà al laureato in Diagnostica dei Beni Culturali di poter collaborare, con le differenti professionalità del restauro, alla pianificazione di strategie per una corretta conservazione e restauro dei beni culturali nonché determinare le appropriate misure di rallentamento del degrado.?
Al termine del percorso di studi Il laureato in Diagnostica dei Beni Culturali possiederà:
- Elevate conoscenze nelle seguenti discipline scientifiche: Chimica, Fisica, Ingegneria dei materiali e del recupero strutturale. Con i corsi di Fisica e Chimica acquisisce notevoli conoscenze nel campo della Fisica, della Chimica, della Fisica dei Materiali, della Fisica-Chimica e in particolare delle proprietà dei materiali metallici, ceramici, lapidei, organici ed inorganici che vengono studiati sia teoricamente che con numerose esperienze di laboratorio. I corsi di Scienza e Tecnologia dei Materiali forniscono le conoscenze avanzate sulle proprietà meccaniche, sulla resistenza agli agenti esterni e sull'impiego di nuovi materiali per il controllo dei processi di degrado causati dall'ambiente.

- Buone conoscenze in Storia, Archeologia, Storia dell'Arte, Storia delle tecniche artistiche e del restauro. Gli studenti acquisiscono tali conoscenze sia con lezioni in aula ma anche mediante la partecipazione a seminari specialistici, a visite ai musei, chiese e scavi archeologici e laboratori pubblici e privati.

- Elevate conoscenze delle proprietà dei materiali e delle tecniche di diagnostica degli stessi. L'apprendimento viene garantito mediante lezioni frontali ed esperienze di laboratorio o direttamente con esperimenti in situ effettuati con strumentazione portatile.

- Conoscenze specialistiche sulle proprietà strutturali e sui metodi di restauro e di intervento per l'arresto dei fenomeni di degrado. Durante gli studi numerosi materiali vengono sperimentati, anche in collaborazione con ditte operanti nel settore del restauro, allo scopo di individuare quelli piu' idonei per limitare o arrestare il fenomeno del degrado.

- Conoscenze specialistiche di museologia e delle tecniche di conservazione. Tali conoscenze vengono acquisite con stage in musei o mediante seminari tenuti da esperti che operano nel campo della conservazione e della diagnostica.

- Conoscenze specialistiche sulle tecniche di monitoraggio dell'ambiente e del territorio. Le tecniche di indagine spettroscopica acquisite durante il percorso formativo consentono di effettuare studi sull'interazione tra bene culturale e l'ambiente circostante e di determinare i parametri chimico-fisici piu' critici per il materiale. La valutazione dell'apprendimento potrà avvalersi anche di esperienze di laboratorio su temi individuati dai docenti.

- Buona conoscenza delle tecniche di comunicazione e valorizzazione del bene culturale grazie a seminari di studio specialistici, workshop tematici, anche a carattere internazionale, sull'utilizzo delle tecniche informatiche, anche a distanza, e multimediali per la divulgazione dei risultati delle indagini.
Il percorso formativo, che si svilupperà nell'arco di quattro semestri, di cui l'ultimo dedicato prevalentemente alla preparazione ed allo svolgimento della prova finale, prevede che nei primi due semestri agli allievi vengano presentate le applicazioni delle diverse metodologie chimiche, analitiche, fisiche, biologiche, mirate alla diagnostica ed allo studio e caratterizzazione dei fenomeni di degrado di beni culturali. Sulla base delle conoscenze acquisite nel corso del primo anno di studio, il primo semestre?del secondo anno gli allievi completeranno la loro formazione con particolare attenzione allo sviluppo di nuove metodologie e allo studio dei principi costituenti i diversi processi di restauro applicati a diverse tipologie di beni che consentiranno allo scienziato della conservazione di contestualizzare il proprio possibile ruolo e contributo alla varietà del Patrimonio culturale nazionale.


La prova finale consiste nella verifica, da parte di una commissione, della capacità di esporre, con piena padronanza, i risultati di un progetto di natura sperimentale, o teorica, su un tema specifico assegnato. La stesura e la discussione dell'elaborato potranno eventualmente avvenire in lingua inglese.

La prova finale di laurea consiste nella discussione di un elaborato scritto su un argomento, proposto dal candidato, relativo ad una materia di insegnamento del corso di studi. Durante lo svolgimento della discussione i membri della commissione possono rivolgere al candidato domande atte ad accertare la sua preparazione, anche se non specificamente attinenti agli argomenti proposti. Con la discussione dell'elaborato finale lo studente acquisisce fino a un massimo di 7 punti, più 1 punto se in corso, 1 punto se ha usufruito di un soggiorno di studio o di ricerca all'estero di almeno 3 mesi e 0,25 punti per ogni lode per un massimo di 1 punto. Il voto finale (in centodecimi) viene quindi calcolato come somma della media, espressa in centodecimi, degli esami di profitto sostenuti e del punteggio attribuito in sede di discussione dell’elaborato finale. La commissione è nominata con decreto del preside della Facoltà che identifica anche il presidente.
Allo studente che intende iscriversi al Corso sono richieste le conoscenze basilari di norma acquisite col conseguimento delle lauree nelle classi (L-1,L-2,L-10,L-43,L-30) purché nello specifico percorso formativo abbiano acquisito adeguate competenze di Chimica, Fisica, Biologia e Geologia, Storia dell'arte e dell'antichità.
In particolare per l'accesso è necessario aver acquisito almeno:

12 CFU nei SSD e/o CHIM/01 e/o CHIM/02 e/o CHIM/03 e/o CHIM/06 e/o CHIM/12;

12 CFU nei SSD FIS/01 e/o FIS/03 e/o FIS/04 e/o FIS/07 e BIO/01e/o BIO/03 e/o BIO/05 e/o BIO/08 e/o GEO/02 e/o GEO/09;

9 CFU nei SSD L-ANT/01e/o L-ANT/02 e/o L-ANT/03 e/o L-ANT/04 e/o L-ANT/05 e/o L-ANT/06 e/o L-ANT/07 e/o L-ANT/08 e/o L-ANT/09 e/o L-ANT/10 e L-ART/01 e/o L-ART/02 e/o L-ART/03 e/o L-ART/04.

Inoltre, sono richieste competenze di Abilità informatiche e telematiche nonché la conoscenza della lingua Inglese pari al livello B1. Tali competenze dovranno essere documentate tramite la presentazione di opportuna certificazione ovvero accertate in sede di prova di ammissione.

Indipendentemente dai requisiti curriculari, per tutti gli studenti è prevista una verifica della personale preparazione, con modalità che saranno definite nel regolamento didattico del Corso di Studi.



La verifica dell'adeguatezza della preparazione personale avviene mediante colloquio individuale, volto ad accertare il livello delle conoscenze di base delle scienze applicate alla diagnostica dei beni culturali nonché delle competenze linguistiche e informatiche .
Per l'accesso al corso sono richieste competenze di Abilità informatiche e telematiche nonché la conoscenza della lingua Inglese pari al livello B1. Tali competenze dovranno essere documentate tramite la presentazione di opportuna certificazione ovvero accertate in sede di prova di ammissione.
La prova, il cui esito rappresenta requisito indispensabile ai fini dell'immatricolazione al Corso di Laurea Magistrale in Diagnostica dei Beni Culturali, è obbligatoria.

Profilo

Esperto in diagnostica dei beni culturali ai sensi della “Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professionisti dei beni culturali, e istituzione di elenchi nazionali dei suddetti professionisti” del il 25 giugno 2014

Funzioni

Ai fini occupazionali l'art. 29 del D. Lgs. 24.1.2004 n.42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) fa espresso riferimento al fatto che, oltre alla figura del restauratore dei beni culturali per la cui formazione è stata recentemente istituita una Classe di laurea magistrale a ciclo unico, siano previste altre figure professionali relative ad attività complementari al restauro e conservazione dei beni culturali. All'interno di tale attività complementari si colloca la qualifica del conservation scientist o Funzionario Diagnosta una figura professionale, peraltro recentemente istituita dal MIBAC ed al cui ruolo si accede con il possesso della laurea magistrale di Classe LM-11 (Circolare n.81 del MIBAC del 16.3.2009, protocollo. n.9384).
La figura professionale del Diagnosta dei Beni Culturali possiede un'elevata padronanza metodologica ed operativa di tutte le tecniche scientifiche applicabili alla conservazione del patrimonio culturale, nonché le competenze appropriate per partecipare alla elaborazione e progettazione di interventi conservativi ad alto contenuto tecnologico nell'ottica di una cultura della prevenzione del degrado futuro. Il Diagnosta potrà svolgere la professione di:

progettista di interventi di diagnostica con individuazione di metodi, materiali, misure e tecniche per il recupero, la conservazione e il restauro dei beni culturali;
progettista per l'intervento conservativo e di restauro sul bene culturale, anche al fine di facilitarne la leggibilità, la fruizione e la conoscenza;
progettista di protocolli di diagnostica per la conservazione dei beni culturali;
responsabile direttivo per i progetti di diagnostica e/o di conservazione dei beni culturali;
progettista per la realizzazione di sistemi informativi per il trattamento dei dati relativi ai beni culturali;
svolge attività di consulenza da libero professionista o da dipendente presso aziende ed organizzazioni professionali preposte alla conservazione, gestione e tutela dei beni culturali, nonché presso enti locali ed istituzioni specifiche, quali soprintendenze, musei, archivi, biblioteche ed istituti di ricerca in conservazione e restauro pubblici e privati;
svolge attività rivolta, nel contesto più ampio delle proprie responsabilità di progettazione ed implementazione di progetti di restauro, all'individuazione, esecuzione e valutazione critica di metodologie diagnostiche applicate alla comprensione delle proprietà, costituzione materica, degrado, tecniche di produzione antica dei beni culturali e sviluppo di nuovi materiali e metodi di trattamento.

Competenze

Il laureato magistrale:
• sa usare ed applicare al campo della conservazione dei beni culturali, tecniche e strumentazioni analitiche anche complesse di diagnostica di tipo chimico, fisico e biologico;
• è in grado di operare con conoscenze di tipo specialistico all'interno di istituzioni pubbliche e private preposte alla tutela del patrimonio culturale e nelle istituzioni italiane ed internazionali di ricerca nel settore della conservazione e restauro;
• è capace di progettare, monitorare e verificare, con l'uso di strumentazioni analitiche anche complesse, interventi di restauro, conoscere le caratteristiche strutturali del bene in esame, nonché le caratteristiche e le proprietà dei materiali che lo compongono;
• è in grado di eseguire analisi diagnostiche specialistiche su materiali, anche in contesti non propriamente legati ai beni culturali;
• sa utilizzare sistemi informatici per la gestione, elaborazione dei dati analitici e documentazione dello stato di conservazione e degli interventi eseguiti.
Le attività didattiche e di laboratorio specialistico preferenzialmente indirizzate a studi di caso (case-study oriented) nonché l'attività svolta nel corso della preparazione del progetto di tesi finale e l'implementazione della medesima, che potrà essere svolta anche presso istituti di ricerca e conservazione dei beni culturali sia pubblici che privati, consentono ai laureati di essere a diretto contatto con le altre professionalità coinvolte e sviluppare e sostenere argomentazioni atte a risolvere concrete problematiche di conservazione e restauro (problem solving oriented).
Il raggiungimento delle capacità sopraelencate avviene tramite la riflessione critica sui testi proposti per lo studio individuale sollecitata dalle attività in aula, lo studio di casi di ricerca e di applicazione mostrati dai docenti, lo svolgimento di esercitazioni pratiche di laboratorio, ricerca bibliografica e sul campo, svolgimento di progetti individuali e/o di gruppo previsti in particolare nell'ambito dei seguenti settori disciplinari di base e caratterizzanti: chimico, fisico, biologico, informatico e storico-artistico oltre che in occasione della preparazione della prova finale.
La verifica del raggiungimento delle sopraelencate capacità avviene attraverso esami orali, relazioni ed esercitazioni di laboratorio che prevedono lo svolgimento di specifici compiti in cui lo studente dimostra la padronanza di strumenti, metodologie e autonomia critica.

Sbocco

Il titolo di Laurea magistrale in Diagnostica dei Beni Culturali viene conferito a studenti con avanzate capacità di sviluppo e impiego di metodologie diagnostiche atte alla valorizzazione del patrimonio culturale, in grado di coordinare e progettare interventi conservativi con individuazione di materiali e metodi per il recupero, la conservazione e il restauro, di dirigere progetti di diagnostica e organizzare musei scientifici, parchi e mostre scientifiche.
Gli specifici ruoli e professionalità del laureato magistrale in Diagnostica dei Beni Culturali, in base alla nomenclatura e classificazione redatta dall’ISTAT, rientrano solo in parte nel Gruppo 2.5.4.5.3 delle Professioni Intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, in quanto gli attuali Codici ISTAT non sono adeguati alle reali professionalità dei laureati magistrali, in considerazione del fatto che solo il 25 giugno 2014, con l’approvazione della “Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professionisti dei beni culturali, e istituzione di elenchi nazionali dei suddetti professionisti», il Legislatore ha avviato la regolamentazione della figura dell’esperto in diagnostica.
La figura professionale che si forma con il corso di laurea in Diagnostica dei Beni Culturali è quella dell'"Esperto Scientifico dei Beni Culturali", esperto in “diagnostica dei Beni Culturali” o "Scienziato della Conservazione".
Gli sbocchi occupazionali e le attività professionali riguardano:
- progettazione completa di protocolli di diagnostica per la conservazione dei beni culturali;
- progettazione di intervento conservativo con individuazione di materiali e metodi per il recupero, la conservazione e il restauro dei beni culturali;
- direzione dei progetti di diagnostica e/o di conservazione dei beni culturali;
- progettazione e organizzazione di musei scientifici, di "città della scienza", di parchi, di mostre scientifiche;
- collaborazione alla progettazione ed alla realizzazione di sistemi informativi per il trattamento dei dati relativi ai beni culturali.

I laureati potranno svolgere attività professionali presso aziende ed organizzazioni professionali operanti nel settore del restauro, della tutela dei beni culturali e del recupero ambientale nonché presso enti locali e istituzioni specifiche, quali sovrintendenze, musei, biblioteche, archivi istituti di ricerca pubblici e privati.

I laureati in Diagnostica dei Beni Culturali potranno trovare impiego:
- Nelle università o negli enti pubblici e privati preposti allo studio, al monitoraggio, alla gestione, alla diagnostica , al restauro e alla valorizzazione del patrimonio culturale
- Nei Ministeri dei beni e delle attività culturali
- Nelle biblioteche, negli archivi, nei musei nelle soprintendenze
- Nei laboratori di restauro pubblici e privati
- Nella organizzazioni professionali operanti nel settore della diagnostica, del restauro e della tutela dei beni culturali.

Prosecuzione degli studi:
- Dottorato di ricerca
- Master di II livello

Piano di studi

GENERALE

FENOMENOLOGIA DEGLI STILI (L-ART/02)

6 crediti - Non obbligatorio

FISICA APPLICATA (FIS/07)

9 crediti - Obbligatorio

LABORATORIO DI FISICA APPLICATA (FIS/07)

1 crediti - Non obbligatorio

PROVA FINALE (PROFIN_S)

25 crediti - Obbligatorio

RECUPERO STRUTTURALE (ICAR/09)

6 crediti - Non obbligatorio

TIROCINIO (NN)

4 crediti - Obbligatorio

ULTERIORI CONOSCENZE LINGUISTICHE (NN)

3 crediti - Obbligatorio