Comunicati Stampa

angle-left Ricerca diffusione pianta marina "aliena" Halophila stipulacea
Comunicato n. 31 del 24 Febbraio 2023

Uno studio pubblicato su "Mediterranean Marine Science" rivela che, lungo le coste del Salento, sono cresciute vere e proprie "praterie" di Halophila stipulacea, una pianta "aliena" entrata nel Mediterraneo dal Canale di Suez pochi anni dopo la sua apertura: la pianta ha qui creato un nuovo habitat che è necessario monitorare. L'invito è dei ricercatori autori dello studio, "The hidden invasion of the alien seagrass Halophila stipulacea (Forsskål) Ascherson along Southeastern Italy", Luigi Musco e Andrea Toso del Dipartimento di Scienze e tecnologie biologiche e ambientali dell'Università del Salento e del National Biodiversity Future Center.

«L'inquinamento biologico causato dall’invasione di specie aliene nei nostri mari è considerata una delle principali minacce alla biodiversità delle nostre coste», spiega il professor Luigi Musco, docente a UniSalento di Zoologia, «Le specie in grado di modificare gli ecosistemi marini creando veri e propri “habitat alieni” sono tra quelle che destano le maggiori preoccupazioni. Halophila stipulacea è una pianta marina, lontana parente della nostra Posidonia oceanica, entrata appunto dal Canale di Suez, che - nei decenni - si è diffusa lentamente nel Mediterraneo sud-orientale, dove le condizioni ambientali risultavano favorevoli per questa pianta tropicale. Recenti studi avevano indicato che, a seguito del riscaldamento globale, la pianta avrebbe avuto il potenziale di invadere l’intero Mediterraneo nei prossimi decenni. Ma negli ultimissimi anni si sta assistendo a un suo repentino avanzamento verso nordovest, e la pianta ha già raggiunto la Sardegna e la Francia. In Puglia la presenza di Halophila stipulacea è passata praticamente inosservata fino all’anno scorso, quando abbiamo scoperto vere e proprie praterie, estese e dense in località turistiche come Otranto, Gallipoli, Nardò. Halophila stipulacea in queste aree ha creato un nuovo habitat. Pur senza lanciare allarmismo, è necessario valutare gli effetti che questo invasore può avere sugli habitat nativi e sulla fauna marina delle nostre coste».

Articolo scientifico: https://ejournals.epublishing.ekt.gr/index.php/hcmr-med-mar-sc/article/view/31497/25512

Data ultimo aggiornamento: 24/02/2023